Di Cosa Parliamo quando Parliamo di Formazione
Percorsi alternativi per avvicinarsi alla conoscenza e per crescere con la cultura
Con il periodo della pandemia, è esploso un fenomeno che - molto probabilmente - sarebbe rimasto sottotraccia se l'obbligo di stare in casa non ci avesse posto nella necessità di usare strumenti diversi per informarci, per svagarci, per uscire dalla "clausura" attraverso nuove finestre sul mondo. L'online, le dirette su Instagram, i social reading, le piattaforme di web meeting sono diventate improvvisamente insostituibili e oggi dobbiamo essere in grado di usarle e sfruttarle senza demonizzazioni.
Sì, è vero, il rischio che questa modalità di connessione con gli altri diminuisca l'interazione diretta e personale può esserci, ma fingere che non sia anche molto utile e alla portata di tutt* sarebbe un po' ingenuo.
Ho iniziato a sfruttare le potenzialità dell'online proprio nel periodo pandemico, con live su Instagram che tenevo ogni sera, alla stessa ora, leggendo ad alta voce incipit o racconti per tutte le persone che volevano ascoltarmi. Nel tempo la cosa si è trasformata in un progetto più concreto e, mettendo a frutto tutte le mie precedenti professioni, ho deciso di investire su una passione che mi ha sempre accompagnato: coltivare la mia cultura e offrirla agli altri.
Tutt* possono essere formatori, insegnanti, promulgatori di cultura? Direi di no, a meno che non si scelga di specializzarsi in qualcosa che già ben si conosce. Formare vuol dire prima di tutto essere informati su ciò che si vuole trasmettere. Veicolare cultura è drammaticamente importante e molto difficile, soprattutto in un mondo in cui proprio il web e i social che io uso per diffondere conoscenza, offrono già contenuti e risposte velocissime a qualsiasi dubbio. E allora a cosa può servire quello che faccio io e che fanno tutte le persone che dedicano il loro tempo a questo scopo? Semplice: a ricreare quel senso di connessione con una realtà comune che l'online non riesce a colmare, se non in modo asettico.
La formazione e l'insegnamento sono fondamentali per ampliare la conoscenza e gestire le proprie risorse intellettuali. Ma ancor più fondamentali sono le modalità con le quali si insegna e si forma, modalità che rappresentano una componente chiave per favorire l'apprendimento continuo, flessibile, dinamico, compartecipato, socializzante.
Non bisogna mai smettere di imparare, e non tanto perché la cultura sia in costante evoluzione (cosa pur vera), ma perché imparare ci permette di mantenere attivo il nostro cervello, di stimolare le sinapsi, di metterci in discussione rispetto alla realtà di ieri, di oggi e di domani, di porsi domande senza mai dare nulla di scontato, di saper dare risposte nei momenti più inaspettati, di creare dinamiche relazionali attive.
Leggere è un ottimo modo per ampliare i propri orizzonti e memorizzare informazioni importanti, ma lo è anche saper ascoltare, non chiudersi nelle proprie convinzioni, prendere possesso di una seppur piccola parte del proprio tempo e del proprio spazio per farne un luogo di accoglienza.
Non da ultimo, se formazione e apprendimento possono essere importanti per la nostra crescita personale e, ovviamente, professionale, lo sono anche nel momento in cui facilitano la creazione di comunità che condividono le stesse passioni e interessi, un processo tutto positivo che può favorire lo scambio di idee e il progresso collettivo.