Leggere per Diletto, Leggere per Capire
Il perfetto bilanciamento tra narrativa e saggistica nell'insegnamento storico
Ne sto parlando fino a sgolarmi sperando, forse, che il messaggio arrivi a destinazione: la storia è un elemento fondamentale nella formazione di ogni individuo, fornisce una prospettiva unica per interpretare il presente e comprendere la complessità del mondo in cui viviamo. Inoltre - e lo reputo ancora più importante - conoscere la storia ci permette di avere una coscienza critica notevole e, di conseguenza, un'etica più profonda.
Quando si parla di storia, non ci riferiamo solo agli eventi passati, ma anche alle idee, alle culture e alle dinamiche sociali che hanno contribuito a plasmare quello che oggi abbiamo davanti agli occhi, nel bene e nel male. Attraverso la storia otteniamo le coordinate utili a costruire il contesto in cui sono state prese le scelte e le decisioni che hanno plasmato il mondo, e come queste abbiano influenzato le società e le persone nel corso del tempo.
Quando andavo al liceo (stiamo parlano dei primi anni 2000), la storia non era una materia classica da ripetizioni. Gli studenti, al limite, prendevano lezioni nelle seconde lingue, in matematica, latino, greco, talvolta in scrittura; storia rimaneva una materia da conoscere e portare a memoria per la verifica successiva, a meno che non si avesse la fortuna di beccare un insegnante che la raccontasse in un modo diverso. E a me è capitato proprio negli ultimi due anni di liceo classico: il libro di testo era diventato solo un mezzo per scovare cosa si nascondesse dietro le righe, i grassetti, le poche immagini che allora si usavano, i nomi altisonanti e le date. La mia professoressa di allora ci mostrò cosa significa allenare la mente a comprendere le connessioni tra eventi, i rapporti di causa effetto, le conseguenze nel breve e nel lungo periodo di fatti che non apparivano più come monadi, ma come particelle subatomiche di un universo incredibile.
Oggi, al contrario di allora, la storia è diventata una materia richiestissima per le ripetizioni, sin dalle medie. Evidentemente il passato è diventato ancora più complesso da capire perché con tutti gli strumenti - soprattutto tecnologici - a disposizione delle nuove generazioni, vi è un rischio di dispersione dell'informazione e la possibilità di confondersi maggiormente se si è soggetti a troppi input.
Ed è così che a distanza di tanto tempo oggi mi trovo a fare un lavoro che, inaspettatamente, mi riesce naturale sebbene sfidante. In quegli anni fondamentali si piantò in me il seme dalla curiosità e pian piano mi ritrovai a leggere sempre più saggistica (o non fiction, all'inglese), senza mai abbandonare le letture di prosa e narrativa. Scoprire le interconnessioni tra questi due ambiti e generi è stata l'altra miccia che ha fatto da innesto per la reazione esplosiva di questi ultimi mesi.
È importante progettare corsi e lezioni che raccontino la storia in modo creativo ed efficace; allo stesso modo è assolutamente magnifico quando, nel leggere un romanzo, ci ritroviamo a conoscerne perfettamente il contesto perché abbiamo - anche solo inavvertitamente - già avuto modo di approfondirlo con altre letture. Il sincretismo tra storia e narrativa non si trova quindi solo nel romanzo storico che, sicuramente, ci pone in posizione empatica con gli eventi. Possiamo crearlo anche da soli, con percorsi che, attraverso l'esperienza, si trasformano da atti spontanei a scelte lineari e studiate.
Sì, lo so, vi vedo già scuotere la testa e dire "Ma che noia! Che fatica questa saggistica!" e lo pensate con ragione perché troppo spesso quello che ci viene propinato non ha l'appeal giusto, si riduce a una sommatoria di fatti priva di qualsivoglia pathos e non ci coinvolge minimamente.
Posso dirvi, però, con una certa cognizione di causa, che là fuori esistono saggi belli se non migliori di moltissimi romanzi, opere che travolgono, che rendono il lettore spettatore, che riescono a modellare immagini chiare e memorizzabili nella mente, grazie a un uso sapiente delle tecniche narrative. Questo è uno dei motivi per cui ho attivato ben due gruppi di lettura sulla saggistica: il primo online, "Addicted to non fiction", il secondo in libreria, "Saggio è bene", un nuovo format laboratoriale (BookLab) che unisce l'analisi di un testo a una parte più prettamente formativa.
Trovate le informazioni qui e qui!
Gli esempi sono moltissimi, ma voglio comunque lasciarvene qualcuno qui di seguito. E se per caso decideste di scegliere un titolo e leggerlo, vi sfido a dire che non sia stato anche dilettevole!











